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Halloween in Toscana: ”Goccetto o scherzetto?”

Usanze e tradizioni di una festa che ha origini antichissime

Quando si pensa ad Halloween, viene subito in mente la festa americana, quella che abbiamo visto in tanti film e serie tv. Festa che trae le sue origini dal Capodanno celtico, dove la notte del 31 ottobre le anime dei defunti tornavano sulla terra.

Ma quello che a volte si dimentica, è che anche in Italia veniva festeggiata questa ricorrenza, con riti che si sono persi nel corso del tempo. Ogni regione d’Italia festeggiava la “Festa dei morti” sin dai tempi degli antichi romani fino ai primi del Novecento.

Nella tradizione contadina toscana c’era il “gioco dello zozzo” o “morte secca”. Veniva svuotata una zucca, a cui si intagliavano occhi, naso e bocca e al suo interno si poneva una candela accesa. Spesso veniva addobbata con degli stracci, a simulare un vestito, e messa fuori casa per sembrare un vero e proprio mostro. Alla vittima dello scherzo, solitamente un bambino, si chiedeva di uscire con la scusa di prendere qualcosa, provocandogli un bello spavento.

Un’altra usanza consisteva nel cucire delle grandi tasche sugli abiti degli orfani così che potessero essere riempite con doni come cibo o denaro. Non vi ricorda la tradizione diffusa oggi tra i bambini di andare casa per casa a chiedere dolci?

Il tema di aiutare i bisognosi è ricorrente del periodo, ad esempio chi aveva una cantina offriva ai passanti un bicchiere di vino, mentre ai bambini veniva offerta la “sfilza”, una collana fatta di mele e castagne bollite.

Nella notte del 2 novembre venivano messe delle scarpe vicino alle tombe dei bambini defunti, in quanto si credeva che le loro anime, dette “angioletti” tornassero sulla terra.

Non solo zucche, ma anche le rape venivano intagliate e illuminate con una candela, allo scopo di tenere lontani gli spiriti maligni. Venivano scavate delle piccole buche nella terra per proteggere il lumino dal vento e fare in modo che restasse acceso per tutta la notte.

Una tradizione che è arrivata fino ai nostri giorni è quella di cucinare il Pan co’ Santi, un dolce a base di farina, noci, strutto, uvetta e pepe nero.

Conoscete altre tradizioni perdute?

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