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Ultima cena del Ghirlandaio a Badia a Passignano

Un capolavoro da scoprire

A Passignano, nel Chianti fiorentino, sorge l’abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano: un’antica abbazia fortificata, fondata dai vallombrosani intorno all’anno Mille. Un luogo da visitare per il suo grande fascino e per i capolavori artistici che vi sono conservati: dall’Ultima Cena di Domenico Ghirlandaio agli affreschi di Alessandro Allori e Domenico Cresti.

Proprio l’Ultima Cena del Ghirlandaio si trova all’interno della Sala del Cenacolo. La sala fu realizzata fra il 1440 e il 1485 sotto la direzione di Padre Francesco Altoviti e successivamente da Isidoro del Sera. Il chiostro fu iniziato nel 1470 su disegno dell’architetto Jacopo Rosselli: la sua architettura, comune ad altri chiostri toscani della seconda metà del 400, presenta ampie arcate a sesto ribassato e volte a crociera. L’abate Isidoro, secondo le tradizioni monastiche, decise di realizzarvi l’Ultima Cena e nel 1476 incaricò per questo lavoro Domenico del Ghirlandaio.

Il restauro ha concluso il ciclo di lavori iniziato nei primi anni duemila

Nell’Ottocento il convento fu acquistato dai conti Dzieduszycki che lo ristrutturarono profondamente, trasformandolo nel loro castello. Nella Sala del Cenacolo fu aggiunto un grande camino e venne messa in comunicazione con il chiostro antistante diventando uno dei saloni di rappresentanza, decorato con riquadri geometrici e stemmi dal gusto trecentesco.

La Sala del Cenacolo all’interno della Badia di San Michele Arcangelo a Passignano è stata riaperta al pubblico in seguito alla conclusione dei recenti interventi di restauro.

Il restauro ha concluso il ciclo di lavori iniziato nei primi anni duemila dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici di Firenze ed è stato finanziato con il contributo di Antinori assieme alla Fondazione non profit Friends of Florence.

Durante il restauro sono state riscoperte ulteriori pitture ad affresco eseguite da Benedetto e Cesare Veli nel 1598, raffigurante santi e beati vallombrosani. Per questo motivo è stato deciso di eliminare le trasformazioni tardo ottocentesche per riportare la sala al suo aspetto quattro-cinquecentesco.

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